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Tesla, viaggio Germania 2022


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Pubblicato da Juza (Redazione AutoElettrica101) il 14 Novembre 2022


A novembre 2022 ho percorso oltre 3000 chilometri in dieci giorni tra Germania, Repubblica Ceca, Austria e Slovenia, alla guida della Tesla Model 3: come ogni viaggio on the road, anche questo è stato un'occasione per conoscere più a fondo l'auto e scoprire cose nuove.

Facciamo due conti: consumi e spese

Uno degli obiettivi che mi sono posto in questo viaggio, non avendo particolare fretta, è stato moderare i consumi e ottenere la maggiore autonomia possibile. In totale ho percorso 3152 chilometri, e l'auto segna 507kWh consumati con una media di 161 Wh/km: non saranno i 142 Wh/km dichiarati da Tesla nel ciclo WLTP, ma sembrerebbe comunque un buon risultato.

Tesla in Germania

Tuttavia, non è proprio così. Innanzitutto, un consumo così "ridotto" è stato possibile solo seguendo un percorso senza autostrade, con una velocità media tra i 70 e gli 80km/h: sostanzialmente una guida da "vecchio col cappello" che può andare bene quando si ha tempo e ci si vuole godere il paesaggio, ma certamente non replicabile con una guida più sprintosa, o semplicemente viaggiando a velocità autostradali (ai 130km/h il consumo medio dichiarato è sui 200 Wh/km).

Inoltre, bisogna dire che il consumo indicato da Tesla non è reale, o meglio è parziale: la macchina conteggia solo i kWh utilizzati dal motore, ma non quelli per riscaldamento e altri servizi, o i kWh persi (ma pagati!) durante la ricarica. A fine viaggio, conteggiando tutte le fatture ricevute da Tesla, ho consumato ben 600kWh: un 18% in più rispetto ai 507kWh dichiarati dall'auto, e sottolineo che quello che si paga non sono i kWh usati dal motore, ma tutti i kWh caricati, quindi 600 e non 507.

Ricalcolando quindi i consumi con 600kWh per 3152 chilometri, il consumo reale dell'auto, con guida estremamente tranquilla, è stato 190 Wh/km: non disastroso, ma comunque elevato. Ho speso in totale 365 euro, di cui 325 euro ai supercharger (aimè carissimo in questo periodo, con tariffe tra gli 0.60 e gli 0.74 euro/kWh), 30 euro a colonnine BeCharge e 10 euro a casa. Se facciamo un confronto con un'auto a benzina, con l'attuale costo di 1.77 euro/litro, ho speso come con un'auto a benzina con una percorrenza di 15 chilometri al litro.

Insomma: in questo periodo di prezzi folli, non si può certo dire che un'elettrica faccia risparmiare; mi auguro però che si tratti solo di un'anomalia dovuta all'attuale situazione internazionale.

L'app Energia e il consumo del pre-riscaldamento batteria


Di recente Tesla ha aggiunto la schermata "Energia" che mostra in grande dettaglio i consumi dell'auto, suddivisi tra powertrain, climatizzatore, pre-riscaldamento batteria e altri fattori. Questo permette di capire dove va a finire l'energia e, in alcuni casi, ridurre gli sprechi. Sono rimasto colpito dall'enorme consumo del pre-riscaldamento batteria: questa funzionalità si attiva quando si imposta un supercharger lungo il percorso e la temperatura ambiente è abbastanza fredda; il pre-riscaldamento aumenta la temperatura della batteria per far sì che la ricarica sia il più veloce possibile. Tuttavia, questo ha un costo elevato, sia in termini economici che di autonomia: nel mio viaggio ho osservato un consumo medio dovuto al pre-riscaldamento attorno al 10% (nella schermata Energia, lo trovate alla voce "Condizionamento", da non confondere col climatizzatore).

Tesla, schermata Energia

In pratica, con temperature neanche gelide (in media tra gli zero gradi e i 10 gradi), il 10% della batteria (circa 5 euro di elettricità, con gli attuali prezzi) viene consumato solo per avere il "privilegio" di una ricarica più rapida: ne vale la pena?

Bisogna valutare in base alla situazione: mi sono accorto che se il supercharger è distante (diciamo ad almeno un'ora di guida), anche disattivando il "pre-riscaldamento" la batteria si scalda comunque semplicemente usandola nella guida, e alla fine la ricarica impiega un tempo molto simile a quello che si ha con pre-riscaldamento. Viceversa, se il supercharger dista solo un 10/15 minuti o se le temperature sono molto inferiori allo zero, il pre-riscaldamento può fare una differenza significativa, e in questo caso è preferibile lasciarlo attivo.

Disattivare il pre-riscaldamento non è tanto per una questione economica, ma ancora di più per aumentare l'autonomia: nel mio viaggio in alcuni casi avere quel 10% in più di autonomia (circa 35-40km) è stato essenziale per arrivare a destinazione.

Se vi trovate in una situazione simile, potete disattivare il pre-riscaldamento andando a cambiare il percorso e mettendo un waypoint a una decina di metri dal supercharger (e rimuovendo quest'ultimo); così facendo l'auto raggiungerà comunque la stazione di ricarica, ma non attiverà il pre-riscaldamento. Si attiverà l'avviso di ricarica necessaria per arrivare a destinazione (perchè l'auto non rileva che si sta passando per un supercharger), ma potete ignorarlo, a patto ovviamente di avere abbastanza batteria per arrivare al waypoint corrispondente al supercharger.

Ottimizzare il climatizzatore

In climi freddi, il climatizzatore (in questa voce rientra anche il riscaldamento dell'abitacolo) utilizza una parte sostanziosa della batteria. Provando vari settaggi, ho scoperto quello che trovo ideale: impostare il flusso d'aria solo verso l'alto, in modo che l'aria non arrivi direttamente ma sia diretta contro il parabrezza. In questo modo, oltre a evitare possibili appannamenti del parabrezza, si ottiene un riscaldamento "diffuso" che ho trovato più efficace rispetto ai flussi d'aria diretti verso gli occupanti. Inoltre, l'utilizzo del riscaldamento sedile aiuta a scaldarsi con consumi più ridotti rispetto al climatizzatore.

Tesla in Germania


Dopo 160000 chilometri...

La mia Tesla Model 3, una delle prime consegnate in Italia (marzo 2019) ha ormai superato i 160000 chilometri, con una media di oltre 40000 chilometri all'anno. Una differenza enorme rispetto alle mie precedenti auto a benzina è la manutenzione: una costante col benzina (anche solo per tagliandi, pastiglie freni, olio), mentre con la Tesla è stata pressochè zero. In 160000 chilometri non ho mai dovuto fare un tagliando, nè ho mai sostituito le pastiglie dei freni, che sono ancora in ottimo stato grazie all'uso della frenata rigenerativa.

Sostanzialmente, l'unico componente che si consuma sono le gomme; in media ho percorso attorno ai 30000 chilometri con ciascun treno di gomme.

Tesla, consumo gomme e freni


Il costo d'acquisto è stato certamente molto alto, ma nel lungo termine il risparmio sulla manutenzione è davvero notevole, così come il risparmio su bollo e superbollo rispetto a un'auto a benzina di pari potenza (che pagherebbe oltre 4000 euro di bollo all'anno, con 500 cavalli). Riguardo ai consumi, in questo periodo è venuta a mancare la convenienza (quando si carica ai supercharger), mentre con la ricarica casalinga il costo chilometrico rimane migliore rispetto a un'auto a benzina; si spera che i prezzi folli di questi mesi siano una cosa temporanea.

Il piacere di guida, l'eccezionale accelerazione e la grande praticità dell'auto (intesa come ampi spazi a disposizione) sono caratteristiche che ho sempre apprezzato in questi anni con la Tesla; il software si è invece dimostrato un alternarsi di alti e bassi, con alcune funzionalità davvero ottime e innovative, e altre estremamente carenti (il problema mai risolto delle frenate fantasma, errate letture dei limiti di velocità, ADAS spesso malfunzionanti).

L'autonomia è ancora il tallone d'achille delle elettriche, e non c'è stato viaggio in cui non abbia desiderato avere una maggiore autonomia; da questo punto di vista Tesla da alcuni anni sta "dormendo sugli allori", ed è stata superata in termini di autonomia sia da alcune startup (Lucid Motors) che da brand classici (Mercedes). Mi auguro che nei prossimi anni si riescano a fare sostanziosi passi avanti, arrivando ad almeno 1000km di autonomia WLTP, corrispondenti a circa 600km "reali" tra una ricarica e l'altra.



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